Pesca a Volante
Specie principalmente catturate: alice, sardina, papalina, sgombro,cefalo, ecc.
Questa pesca si esercita attraverso il traino di un' unica rete da parte di due imbarcazioni, molto spesso medio-grandi (15-30 m di lunghezza), entro le 20-40 miglia nautiche dalla costa (1 miglio nautico marino corrisponde a circa 1852 metri). La rete, come la tipologia di pesca, viene definita volante per il fatto che non opera sul fondale, ma lungo il profilo della colonna d’acqua, per catturare specie pelagiche, costituite per la maggior parte da pesce azzurro.
La pesca prevede il calo della rete da parte di un'imbarcazione; successivamente la barca di coppia la affianca e riceve l'estremità di un cavo di traino.
A questo punto le due barche allargano e incominciano la traina, rimanendo collegate da un cavo d'acciaio. A conclusione della pescata i cavi di calo vengono salpati simultaneamente dalle imbarcazioni, che poi si ri-accostano per permettere il salpamento della rete a un'unica imbarcazione. La selezione del pescato avviene completamente a mano tra una pescata e la successiva, per
protrarsi poi per alcune ore successivamente al rientro in porto, momento che generalmente coincide con il primo pomeriggio.
Pesca a Strascico
Specie principalmente catturate: triglia, sogliola, canocchia, nasello, ecc.
Questa pesca viene svolta con una rete, oppure con un attrezzo a bocca fissa (chiamato rampone o rapido), trainata o trainato sul fondo, da cui la definizione di strascico.
Viene svolta sia da piccole imbarcazioni, intorno ai 10 m di lunghezza, che operano entro le 12 miglia nautiche dalla costa, sia da grandi imbarcazioni, anche oltre i 25 m, che operano entro le 20-40 miglia nautiche.
La rete ha forma conica, la cui base si apre verso la direzione del moto;all’estremità opposta, più stretta, vi è il sacco dove si accumula il pesce catturato.
Questa rete, lunga circa 25-40 m, viene calata da poppa fin sul fondale, grazie a robusti cavi e viene trainata dalla barca per 2-2,30 ore. L’imboccatura della rete durante il traino viene tenuta aperta orizzontalmente dai divergenti,strutture in legno o ferro. Terminata la pesca, la rete viene salpata a poppa,tramite un verricello (rullo per la movimentazione di cavi e reti), dove il pescato dal sacco viene riversato sul ponte di lavoro per eseguire la selezione e l’incassettamento. Il momento del rientro della campagna di pesca di queste imbarcazioni varia nelle diverse marinerie perchè strettamente legato agli orari dell’asta dei mercati ittici all’ingrosso.
Pesca delle vongole (Draga Idraulica)
Specie bersaglio pescata: vongola
La pesca delle vongole è effettuata da imbarcazioni chiamate vongolare, mediante un attrezzo metallico denominato draga idraulica o turbosoffiante.
I banchi di vongole si trovano nella fascia costiera su fondali sabbiosi e sabbioso-fangosi entro una profondità di circa 10-12 m, ossia entro 1,5 miglia nautiche.
La struttura dell’attrezzo è una gabbia di tondini di ferro, posti ad una distanza di 11-12 mm, collocata su due pattini laterali, dotata di una lama all’imboccatura e di una serie di ugelli disposti su
più file nei pressi dell’imboccatura stessa: durante la pesca l’attrezzo viene trainato a marcia indietro attraverso due cavi permettendo la penetrazione della lama nel sedimento, azione che è facilitata dall’acqua espulsa a pressione dagli ugelli. Le calate hanno durata indicativamente compresa tra 10 e 20 minuti.
Grazie all’azione del verricello è possibile issare a prua la draga, la quale, una volta aperta, libera su una vasca di raccolta in acciaio il prodotto pescato, che da qui viene avviato ad una prima cernita meccanica, mediante un vibro-vaglio. Il prodotto in uscita è poi ulteriormente selezionato a mano, infine confezionato in sacchi da 10 Kg.
Pesca da Posta
Specie principalmente catturate: seppia, lumachino, sogliola, canocchia, mormore, saraghi, ecc.
Questa tipologia comprende tutte le attività di pesca che utilizzano attrezzi fissi, ossia attrezzi che vengono calati e ancorati al fondo. La maggior parte delle imbarcazioni esercita tale attività entro le 6-12 miglia nautiche dalla costa, le più grandi invece possono esercitare l'attività entro le 20-40 miglia nautiche. L'attività presenta una spiccata stagionalità, ossia la pesca è differente a seconda della stagione: nel periodo aprile-luglio vengono impiegati i cogollini per le seppie; nel periodo lugliosettembre si utilizzano le reti per la pesca specialmente delle sogliole, canocchie, mazzole, mormore e altre specie (in alcune aree le reti vengono impiegate tutto l’anno); infine nel periodo settembre-maggio avviene la cattura dei lumachini mediante l’utilizzo dei cestini. Genericamente comunque gli attrezzi vengono calati in lunghe fila parallelamente alla riva, e segnalati da apposite bandierine all'inizio e alla fine.
La giornata di pesca "tipo" incomincia all'alba, per raggiungere gli attrezzi, che nel caso delle reti vengono portati a terra per la raccolta del pescato e il successivo calo, che si effettua immediatamente prima del tramonto.
I cestini e i cogolli vengono controllati per l’eventuale raccolta sul posto del prodotto catturato e ricalati immediatamente dopo, per rimanere in acqua fino ad alcuni mesi.
Pesca subacquea dei mitili
Tale attività in Emilia-Romagna viene svolta fondamentalmente
da imbarcazioni che operano a Marina di Ravenna con un’autorizzazione alla “Pesca mitili con sub”: si tratta della raccolta, attraverso pescatori subacquei e imbarcazioni di supporto, di mitili selvatici naturalmente presenti sulle parti immerse delle strutture estrattive metanifere.
La pesca avviene durante la mattina. Allevamento dei mitili (Mitilicoltura) L’attività di allevamento di mitili viene svolta in regione Emilia-Romagna principalmente attraverso impianti definiti di tipo “long line", cioè basati su filari costituiti da travi (grosse corde) ancorate al fondale, tramite corpi morti, e mantenute parallele al fondale alla giusta profondità da galleggianti; tali impianti sono realizzati principalmente entro le tre miglia nautiche dalla costa in aree in concessione demaniale.
La tecnica d’allevamento si basa schematicamente su tre fasi: la raccolta del novellame, la lavorazione del prodotto e la raccolta del prodotto commerciale. La prima fase si realizza raccogliendo il seme (individui di circa 2 cm di taglia che naturalmente si sono fissati sulle strutture dell’impianto) e procedendo all’incalzo
dello stesso in calze plastiche che poi vengono appese al filare; la seconda fase è caratterizzata da attività di diradamento del prodotto che si accresce naturalmente presso l’impianto, trasferendo il prodotto di una calza in più calze; l’ultima,
che avviene mediamente trascorsi 10-12 mesi dalla prima, si concretizza con lo sbarco di prodotto commerciale (almeno 5 cm di taglia), che può essere della tipologia “in calza” cioè ancora avvolto dalla calza plastica, oppure “sgranato”, cioè sfuso: tale prodotto si ottiene attraverso un processo sul nastro di
lavorazione a bordo che, partendo da un’azione di separazione meccanica dei mitili tra di loro, termina in una selezione e lavaggio dei molluschi. Allevamento di vongole (Venericoltura)
Specie principale allevata: Vongola verace
L’attività di allevamento delle vongole filippine (Tapes Philippinarum) viene svolta in regione dalla seconda metà degli anni Ottanta, principalmente nella Sacca di Goro. Le imbarcazioni
utilizzate per svolgere quest’attività sono generalmente piccole,
dovendosi muovere velocemente nei bassi fondali lagunari, e normalmente dotate di licenza come Unità asservita ad impianto.
L’attività viene svolta nelle aree lagunari in concessione demaniale: come nel campo di un contadino qui viene seminato
manualmente il novellame (individui di 6-10 mm), poi l’area viene
chiusa per 6-12 mesi fino alla raccolta.
Quest’ultima si effettua con rasche a mano (rastrelli dotati di sacco di rete) corte, che vedono il pescatore impegnato in acqua, oppure rasche a mano lunghe, che vengono manovrate a bordo della barca. Come qualsiasi attività lagunare tutte le operazioni devono tenere conto del flusso delle maree.