È legata alla massiccia presenza di capi bovini, in gran parte spariti alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso. Il latte bovino, prodotto dalle preziose “borelle” che garantivano latte alle famiglie contadine per diversi mesi l’anno, in piccola parte veniva destinato a produzioni di formaggi casalinghi teneri come lo squacquarone, i tomini, il raviggiolo. Più rara, un tempo, la disponibilità di formaggi pecorini e misti che erano quasi esclusivamente frutto del lavoro di pastori delle valli appenniniche. Preziosa ed importante per via del recupero del sieri dei formaggi era invece la ricotta.
A raccontare e spiegare il ruolo del formaggio nella tradizione contadina romagnola sarà l’enogastronomo e grande conoscitore delle tradizioni culinarie locali, e non solo, Graziano Pozzetto, nel corso di una serata organizzata a Casa Conti Guidi di Bagnacavallo (Via Boncellino, 113). L’appuntamento è fissato per martedì 31 gennaio, ore 20.45.
Pozzetto, con il suo modo di raccontare diretto, semplice, coinvolgente ed anche divertente quando spazia dagli aspetti più tecnici a quelli più goliardici, farà venire l’acquolina in bocca parlando di: squacquarone (definito dallo stesso gastronomo “godurioso, consueto, familiare, conviviale dei romagnoli”), raviggiolo (è la versione non solo vaccina, ma anche ovina, dello squacquarone), formaggio di fossa (sul quale Pozzetto ha scritto un interessantissimo libro di successo), pecorini, ricotte. Senza tralasciare di ricordare i formaggi conservati nelle foglie di noce e di altre tipologie legate a contaminazioni.
La serata si concluderà con un piccolo assaggio di alcuni prelibati formaggi.
Per informazioni: tel. 0545 63094. Ingresso libero.