Sabato 21 gennaio (ore 11) il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara e la città Etrusca di Spina a Bellitalia, rubrica culturale di RAITRE
Ferrara, Museo Archeologico Nazionale
Sabato 21 gennaio (ore 11) il Museo Archeologico Nazionale e la città Etrusca di Spina a "Bellitalia", rubrica culturale nazionale di RaiTre
Museo Archeologico Nazionale
Via XX Settembre 122
info 0532.66299
Nel Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, multiproiezioni e schermi digitali raccontano la storia della città etrusca di Spina, per tre secoli importante centro di scambi commerciali con il Mediterraneo e con Atene.
Alla storia di questo museo e ai recenti allestimenti virtuali che illustrano la vita della città portuale fra il VI e il III secolo a. C., è dedicato il servizio di Giorgio Tonelli che andrà in onda nella rubrica culturale di RAI 3 "Bellitalia" sabato 21 gennaio, alle ore 11.
Il Direttore del museo, Caterina Cornelio, e l'archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Valentino Nizzo, illustrano vicende, novità e curiosità degli scavi archeologici e del bel Palazzo Costabili, detto di ‘Ludovico il Moro’, che dal 1935 ospita il museo che espone gli strepitosi reperti recuperati nella necropoli di Spina.
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, Via XX settembre 122, tel. 0532.66299
www.archeoferrara.beniculturali.it
Allestito nel palazzo progettato nel 1500 da Biagio Rossetti per il nobile ferrarese Antonio Costabili, il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara conserva le testimonianze di uno dei più interessanti ritrovamenti archeologici del XX secolo, la necropoli e l’abitato di Spina, la città etrusca sul Po, in fregio alle sponde del Mar Adriatico (fine VI – metà III secolo a. C.), che ha restituito un nucleo di materiali giunto in gran parte integro fino a noi, grazie alle straordinarie condizioni ambientali delle antiche vestigia, naturalmente protette dalle acque della laguna di Comacchio.
Dal 2007 il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara è stato al centro di una serie di iniziative tese a restituirgli il primato culturale che gli spetta, culminate prima nell'apertura della Sala delle piroghe e della Sala degli Ori, nel restauro del Giardino neo-rinascimentale e del Giardino di Levante, e nel 2011 nell'inaugurazione di quattro nuove sale al piano terra dedicate all’abitato di Spina, ai popoli e alle scritture di Spina, ai culti e alla biblioteca virtuale
Le sezioni del Museo dedicate a Spina si articolano su due piani e presentano al pubblico materiali di eccezionale valore storico e artistico, testimonianza dei numerosi traffici commerciali intercorsi tra l’antica città portuale etrusca, “vissuta” dalla fine del VI secolo a. C. alla metà del III secolo a. C., e il Mediterraneo e del suo rapporto privilegiato con Atene.
Al piano terra è possibile visitare la Sala del Tesoro, la riallestita sala delle piroghe – affacciate entrambe sul Giardino di Mezzogiorno - e la sezione intitolata all’abitato della città, che rappresenterà il nuovo inizio del percorso museale della realtà spinete.
La Sala del Tesoro, la più famosa e riccamente decorata di Palazzo Costabili, realizzata tra il 1503 e il 1506 da Benvenuto Tisi detto il Garofalo, uno dei più importanti rappresentanti della scuola ferrarese rinascimentale, è stata riportata allo splendore dei colori originari a seguito di lunghi e accurati restauri.
La sala delle piroghe ospita eccezionali reperti del III-IV secolo d. C.: due imbarcazioni monossili scoperte nel 1940 in Valle Isola, nei pressi di Comacchio, in provincia di Ferrara, scavate e condotte al Museo, ove si trovano dal 1948.
La sezione dedicata alla città di Spina si apre con la sala dell’abitato, per la prima volta illustrato con dovizia di materiali, che illustrano sia gli aspetti urbanistici e architettonici dell’insediamento deltizio, sia la vita quotidiana degli Spineti; aspetti, questi, ulteriormente esplicati da apparati multimediali che narrano in modo suggestivo la storia e la vita della città.
Il piano nobile, nucleo originario del Museo, è interamente dedicato alla necropoli della città etrusca; di essa viene esposta una significativa campionatura delle oltre 4.000 tombe rinvenute in Valle Trebba e Valle Pega.
La raccolta annovera pezzi di rara bellezza: ceramiche attiche, di provenienza ateniese, a figure nere e a figure rosse, tra cui la preziosa anfora panatenaica a figure nere attribuita al Pittore di Berlino (480-470 A.C.), unico esemplare di questa tipologia di vasi rinvenuto a Spina, il cratere del Pittore dei Niobidi, oppure le kylikes del Maestro di Pentesilea, o, a imitazione di più preziosi esemplari in argento, la patera in stagno con la raffigurazione dell’apoteosi di Heracles e delle sue nozze con Hebe. Notevoli i manufatti in bronzo, di varia tipologia e utilizzo, come i candelabri sormontati da cimase con rappresentazione simboliche, brocche, teglie e boccali, altri vasi e suppellettili in ceramica, come il pregevole e raro stamnos itifallico, e ancora boccali configurati (rytha), i meravigliosi piatti da pesce decorati, ai quali è dedicata una sala intera, senza dimenticare i sontuosi “preziosi” esposti, con la prestigiosa consulenza della Maison Bulgari, nella bellissima “Sala degli Ori”: gioielli in oro, argento, ambra, pasta vitrea, balsamari di varie fogge (alabastron, amphoriskos, aryballos, oinochoe) e la raffinatissima statuetta in avorio raffigurante una coppia stretta in uno struggente abbraccio.
Comunicato a cura di Carla Conti
Rapporti con i Media della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna