L’esaltazione del corpo atletico e dello sport come strumento di potere e come affermazione della propria vita. Elfriede Jelinek riflette sullo sport in un’opera-fiume, portata in scena da Andrea Adriatico in uno spettacolo corale, “Un pezzo per sport. Un’altra visione su Elfriede Jelinek” in programma a Teatri di Vita - Bologna (via Emilia Ponente 485; info 051.566330, www.teatridivita.it), da martedì 17 a domenica 22 febbraio (ore 21; domenica ore 17), nell’ambito del Festival Focus Jelinek. Un grande apologo sulla società di massa e sui riti dell’estetica e della forza, che Adriatico porta in scena dopo i due primi “pezzi” del suo omaggio alla scrittrice austriaca vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura: “Delirio di una trans populista” e “Jackie e le altre”.
In scena, Alberto Sarti, Andrea Fugaro, Anna Amadori, Carolina Talon Sampieri, Chiara Guadagnini, Eva Robin’s, Fabrizio Croci, Francesca Mazza, Gianluca Enria, Nunzio Calogero, Olga Durano, Patrizia Bernardi, Saverio Peschechera, Selvaggia Tegon Giacoppo, Stefano Toffanin.
Lo spettacolo è prodotto da Teatri di Vita, in collaborazione con Emilia Romagna Teatro e Festival Focus Jelinek; e il sostegno di Comune di Bologna – settore cultura; Regione Emilia Romagna – servizio cultura; Ministero per i beni e le attività culturali.
io non compaio, al massimo vado e vengo,
mi siedo in silenzio, mi rialzo, senza che nessuno se ne accorga.
in me tu vedi la personificazione del disprezzo
che mi colpisce e mi viene incontro;
persino nel mio bell’appartamento immerso nel verde,
ma scostante, puoi leggerlo, il disprezzo.
lì non ho bisogno di persone…
Fare sport. Mente, corpo, spirito e ideologia.
Decine di persone in corsa per la forma fisica, per definire la propria immagine. NOI, MASSE.
Non è già questa una visione straordinariamente teatrale? Non ha già di suo la potenza di una storia umana incredibile, che trascende le lingue, le religioni, le razze, le epoche e in un colpo solo le abbraccia tutte con un nuovo colpo di classicismo?
Non c’è per esempio tutto il novecento e duemila? L’esaltazione della razza, l’agit prop, le adunate “fascionaziste”, o l’uomo massa espressionista?
Non ci siamo dentro? Per aderenza o sottrazione ci siamo noi. Interi. Immersi.
Lo sport. Per parlare di vita.
Forse proprio per questo lo sport è tale: mette in movimento un corpo per separarlo, grazie alla fatica, quanto più possibile dai pensieri. Affaticare le membra per recuperare la lucidità interiore.
Gli uomini e le donne di quest’opera di Elfriede Jelinek sono appunto pezzi di un discorso sulla vita, sulla finitezza, sulla corporeità ma allo stesso tempo un pensiero inquieto sul senso primo del vivere.
Lo spettacolo è la terza tappa del trittico di Andrea Adriatico sull’opera della scrittrice austriaca, che comprende “Delirio di una TRANS populista. Un pezzo dedicato a Elfriede Jelinek” e “Jackie e le altre. Un altro pezzo dedicato a Elfriede Jelinek”.